Le novità 2025 in materia previdenziale
novità previdenziali a seguito della legge 30 dicembre 2024 n. 207
Le novità 2025 in materia previdenziale
a cura di Fabio Venanzi
07 Gennaio 2025
Sulla Gazzetta ufficiale n. 305 del 31 dicembre 2024, è stata pubblicata la legge 30 dicembre 2024 n. 207 relativa al “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025”.
Le principali novità per il 2025 possono essere così riassunte.
L’articolo 1, comma 162, della legge 213/2023 aveva previsto un aumento della finestra mobile, applicabile nei confronti dei lavoratori che intendono accedere alla pensione anticipata. Fermo restando i requisiti dei 41 anni e dieci mesi di contributi per le lavoratrici e 42 anni e dieci mesi per i lavoratori, per i soggetti iscritti alla Cpdel, Cps, Cpi e Cpug l’incremento è così stabilito:
- con requisiti perfezionati entro il 2024, rimane di tre mesi;
- con requisiti perfezionati entro il 2025, viene elevata a quattro mesi;
- con requisiti perfezionati entro il 2026, viene elevata a cinque mesi;
- con requisiti perfezionati entro il 2027, viene elevata a sette mesi;
- con requisiti perfezionati dal 2028, viene elevata a nove mesi.
Analoga disciplina (comma 163) si applicherà anche ai lavoratori precoci, cioè coloro che, rientrando in determinate categorie di lavoratori, accedono alla pensione anticipata con 41 anni di contributi, a condizione di aver almeno dodici mesi di contribuzione derivante da effettiva attività lavorativa prima del compimento del 19esimo anno di età.
Pertanto, i lavoratori precoci accederanno alla pensione con una finestra mobile di tre mesi ma, se la prestazione pensionistica risulterà a carico della Cpdel, Cps, Cpi e Cpug, la finestra mobile subirà gli incrementi summenzionati.
Nel caso di pensione in regime di cumulo, la finestra rimane di tre mesi.
La legge 207/2024 disciplina:
- al comma 161, la facoltà – da parte dei lavoratori in possesso dei requisiti per accedere a “quota 103” o per accedere alla pensione anticipata, di esercitare la rinuncia al versamento dei contributi conto dipendente e di vedersi riconoscere tale somma ad incremento del “netto in busta”. La novità rilevante, rispetto alla precedente formulazione, è che tale somma non concorre alla formazione della base di calcolo dell’Irpef;
- al comma 162, per il pubblico impiego, eleva il limite...