Legittimo il diniego ad un piano attuativo motivato da situazioni sopravvenute rispetto alla data dell’istanza
Legittimo il diniego ad un piano attuativo motivato da situazioni sopravvenute rispetto alla data...
Legittimo il diniego ad un piano attuativo motivato da situazioni sopravvenute rispetto alla data dell’istanza
06 Novembre 2024
Secondo il noto principio del tempus regit actum, il provvedimento amministrativo deve essere adottato tenendo conto della situazione di fatto e di diritto esistente al tempo della sua emissione (non rilevando invece la – eventualmente diversa - situazione fattuale e giuridica dell’epoca della presentazione dell’istanza), e ciò anche laddove la p.a. si sia pronunciata tardivamente, rispetto al termine ordinamentale fissato per la conclusione del procedimento.
In tal senso, la posizione della giurisprudenza risulta granitica, essendosi affermato che: «Ciascun atto amministrativo deve essere adottato sulla base della situazione di fatto e della disciplina vigente al momento della sua adozione» (Consiglio di Stato, III, 10 maggio 2024 n. 4227); e più nello specifico: «Nei procedimenti amministrativi la corretta applicazione del principio tempus regit actum comporta che la pubblica amministrazione deve considerare anche le modifiche normative intervenute durante il procedimento, non potendo considerare l'assetto normativo cristallizzato in via definitiva alla data dell'atto che vi ha dato avvio. Ne consegue che la legittimità del provvedimento adottato al termine di un procedimento avviato ad istanza di parte deve essere valutata con riferimento alla disciplina vigente al tempo della sua adozione. Tali conclusioni restano ferme anche laddove l'Amministrazione non rispetti il termine finale di conclusione del procedimento, poiché essa conserva comunque il potere di provvedere anche dopo lo spirare di tale termine, sicché le modifiche normative intervenute prima della formale adozione del provvedimento finale debbono essere osservate, proprio in adesione al principio del tempus regit actum» (Consiglio di Stato, VII, 4 settembre 2024, n. 7422); e ancora: «Nei procedimenti amministrativi la corretta applicazione del principio tempus regit actum comporta che la pubblica amministrazione deve considerare anche le modifiche normative intervenute durante il procedimento, non potendo considerare l'assetto normativo cristallizzato...