Abuso su area originariamente privata e poi divenuta pubblica: non opera l’art. 35 del Testo Unico Edilizia

È corretto l’operato del Comune che ordina la demolizione dei fabbricati ai sensi dell’art. 31 del Testo Unico Edilizia (afferente agli interventi abusivamente realizzati su suoli di proprietà privata), e non ai sensi dell’art. 35 del medesimo T.U., dinanzi ad abusi originariamente realizzati su suolo privato che era divenuto di proprietà pubblica a seguito di contratto di compravendita concluso successivamente alla realizzazione.

Non può, invece, trovare applicazione l’art. 35 del medesimo decreto che afferisce agli abusi realizzati su aree già di proprietà dello Stato e degli enti pubblici all’epoca di realizzazione e non su quelle divenute tali alla data dell’accertamento.

Nel senso sopra indicato depongono sia la rubrica dell’articolo, inerente a “Interventi abusivi realizzati su suoli di proprietà dello Stato o di enti pubblici”, che il testo del medesimo che dispone la demolizione a cura del comune e a spese del responsabile “qualora sia accertata la realizzazione… di interventi in assenza di permesso di costruire… su suoli del demanio o del patrimonio dello Stato o di enti pubblici”.

La proprietà pubblica dell’area alla data dell’abuso è il presupposto espressamente contemplato dall’art. 35 del citato decreto ai fini del legittimo esercizio del potere ivi disciplinato.